Quanti anni ho ? non
lo so piu’ , la mia memoria fa brutti scherzi ormai , qualcuno mi ha detto 88 .
Da quando sono stato male non riesco piu’ a parlare ne’ a
scrivere , ma riesco ancora a pensare .
Da quando sono stato male i miei figli mi hanno ricoverato
in questa struttura che chiamano casa di riposo : chissa’ perche’ poi riposo ,
il riposo richiama alla serenita’ , dopo la stanchezza , dopo gli affanni ,
eppure quella stanchezza, quegli affanni , erano vita e ora c’e’ solo attesa ,
un’attesa senza speranze e senza gioia .
Qui ,dove sono, dipendo da delle badanti e dai loro umori e’
se qualcuna si innervosisce perche’ deve cambiarmi il pannolone , o urla
perche’ non voglio bere l’acqua calda
che mi fanno ingurgitare , nessuno se ne accorge o si preoccupa . E pensare che
a me piaceva cosi tanto la Coca Cola o in estate una bella birra fresca e
schiumante, ma qui solo acqua di rubinetto nemmeno fresca . Gia’ perche’
l’acqua non contiene zuccheri che fanno
male ai diabetici, anche se io non sono diabetico . Dicono che ho la demenza
senile perche’ non parlo e tengo spesso gli occhi chiusi . Eppure capisco ,
capisco lo stato di abbandono affettivo in cui versiamo . Siamo diventati
improduttivi , anzi lo eravamo gia’ quando siamo andati in pensione e si sa’ , nella
societa’ fondata sul mercato se non produci piu’ sei fuori , fuori da tutto .
In cambio siamo
diventati noi dei prodotti , merce avariata , ma redditizia per chi ci
accudisce o meglio ci ha immagazzinato in attesa del cassonetto o
dell’inceneritore . Percio’ ci fanno mangiare anche se non ne abbiamo voglia e
ci tengono sufficientemente in vita , anche se e’ una vita insufficiente .
Tra noi detenuti in case di riposo non ci parliamo , nemmeno
quelli che hanno ancora voce . Pensare che un tempo i vecchi erano quelli che
parlavano di piu’ , li mettevano a capotavola con tutta la famiglia riunita e i
figli e i nipoti, tutti ascoltavano il grande vecchio quando raccontava loro
della sua vita trascorsa, delle esperienze, dei consigli che la vita gli aveva
insegnato .
Noi invece siamo
tutti li , sulle nostre carrozzine , in una saletta a guardare una televisione
che viaggia da sola, senza pubblico e senza attenzione , la mattina in attesa
del pranzo , il pomeriggio in attesa della cena e poi di nuovo cosi , giorno
dopo giorno in attesa , in attesa di una fine che tarda a venire , come una liberazione per
tutti , meno che per l’istituto che perde un cliente , anche se i clienti certamente
non mancano .
Qualche parente di tanto in tanto viene a trovarci e ci
porta un giornale o un cioccolatino che furtivamente scarta e infila in bocca
al vecchietto che accenna a un sorriso .
I miei figli non vengono quasi piu’ , uno e’ ingegnere e
vive in un’altra citta’ e mia figlia e’ sempre di corsa tra nipoti e lavoro …
tanto io qui sto bene , cosa mi manca !?
Ho perfino un balcone che non posso usare , sai , per via delle correnti d’aria
, e ho un compagno di camera che parla e si lamenta , anche di notte , ma non
parla con me , parla da solo e solo Dio sa quello che dice .
Ogni tanto penso alla mia bella casa sul mare , agli amici
che non vedo piu’ , forse gia’ morti , forse anche loro, come me, detenuti in
case di riposo o in domicilio coatto con badanti al seguito .
Tutte le mie cose , i miei ricordi , i miei
libri , i miei dischi , non sono piu’ miei , forse nemmeno sono piu’ , magari
venduti, dispersi, regalati, perche’
tanto appartenenti ad un moribondo ancora in vita .
Nelle nostre stanze solo indumenti , tute o pigiamoni , e
nel cassetto una foto inutile dei figli .
Quando anche quel poco di memoria se ne andra’ si spegnera’
la luce e rimarranno solo le stanze semivuote e i corridoi bianchi di questa casa che nemmeno il sole riesce piu’ a scaldare .