La situazione
determinata dalle ultime elezioni pone interrogativi preoccupanti circa la
governabilita' di un paese collassato che avrebbe bisogno di risposte in tempi
brevi . La vittoria del Movimento 5 Stelle impropriamente chiamati
"grillini" si e' prefigurata, nell'immaginario di una moltitudine di
cittadini , come la possibile soluzione a problemi sul tappeto da decenni e mai
risolti per i veti incrociati e per la debolezza dei governi di sinistra che in
particolare hanno quasi sempre governato ai limiti delle possibilita' numeriche
in senato .
Temi come il conflitto di interessi ,un riassetto delle frequenze
televisive pubbliche non piu' sottoposte alla politica , il falso in bilancio
all'interno di una legge seria sulla corruzione che ci costa all'incirca 60
miliardi di euro l'anno , lo snellimento della giustizia civile, la lotta alla
criminalita' , i temi dell'aiuto alle piccole e medieimprese ,le piccole opere
diffuse sul territorio e che danno lavoro al posto di grandi opere,spesso
incongruenti rispetto alla valutazione dei costi/benefici , un primato del
suolo agricolo rispetto alla cementificazione del territorio , una attenzione
ai temi della green economy e della tutela ambientale anche paesaggistica
e culturale , dando fiato al turismo che e' un patrimonio enorme
dell'Italia , per non parlare dell’istruzione, delle spese militari ecc. Questi
sono solo alcuni dei temi sui quali si potrebbero trovare intese ampie
con il partito che di fatto ha ottenuto la maggioranza dei voti almeno in
parlamento .
Tuttavia da parte del M5S sembra abbastanza
evidente una strategia politica che vorrebbe rincorrere la maggioranza assoluta
attraverso un ritorno alle urne mettendo i partiti tradizionali nella
condizione di fare o un accordo PD e PDL assai improbabile perche'
suicida per la sinistra o un governo tecnico che svolga una funzione di
passaggio cercando una intesa sulla legge elettorale per poi tornare al voto .
Entrambe queste ipotesi sono tuttavia una scommessa al buio per il M5S che
potrebbe anche determinare una disaffezione dell’elettorato che,sulla spinta
anche emotiva dettata dal malcontento e dalla delusione, hanno riposto grandi speranze nell’opera di
cambiamento prospettata da Grillo durante la campagna elettorale .
Molti di questi elettori si aspettano ora delle azioni concrete,
specialmente contando sul potere di veto e di condizionamento che il Movimento
avrebbe su un governo PD . Se questa speranza verra’ vanificata e si dovranno
aspettare sei mesi di stanca politica vecchio stile in attesa di andare al voto
e’ probabile che gli elettori di Beppe
Grillo si sciolgano come neve al sole e il movimento si ritroverebbe con un
pugno di mosche secondo il famoso proverbio del “ chi troppo vuole … “ . Il
nodo gordiano da sciogliere sembra essere il voto di fiducia preventivo alla
camera e al senato che pone il M5S nella difficile situazione di validare un
governo a maggioranza PD, per loro assolutamente inaccettabile e tuttavia
sappiamo come questa fiducia sia una formalita’ tanto obbligatoria quanto revocabile,
al punto che nel precedente governo l’IDV diede la fiducia al governo Monti,
salvo poi negargliela in tutti i provvedimenti di legge successivi, essendo
contrari. Dare o no la fiducia preventiva mi sembra alla fine un falso problema
essendo di fatto una fiducia condizionata dal tipo di programma proposto, che
se condizionato a sua volta da quello del M5S avra’ vita fino a quando verra’
rispettato e condiviso in ogni suo dettaglio. Non si tratta qui di dare
un’opportunita’ alla sopravvivenza di un
governo Bersani , ma di darla al paese e agli italiani che potrebbero
far pagare a caro prezzo l’aver gettato il bambino insieme all’acqua sporca .
Se si vuole davvero mettere
in atto “ il tutti a casa “ bisogna
creare le condizioni perche’ in politica restino solo coloro che hanno cuore e passione per farla e per fare
questo bisogna da subito trovare gradualmente dei cambiamenti che ne creino le premesse, primo fra tutti
rendere la politica un mestiere nobile ma non lucroso e tale da sopire gli
appetiti che hanno distinto la politica in tutti questi anni .
Preconizzare un tutti a casa senza opposizioni , senza idee alternative che si
contrappongano, non solo e’ utopistico ma anche non democratico . La stessa
negazione destra e sinistra e’ utopistica , perche’ se e’ vero che bisogna
giudicare le idee e non la loro collocazione ideologica e’ altresì vero che le
idee non sono quasi mai neutrali . Tassare chi ha di piu’ e ridistribuire il
reddito a chi ha di meno ha una valenza ideale diversa da quelli che magari
sostengono il contrario, senza per questo non fornire ragioni a difesa della
loro tesi . Possiamo chiamare la sinistra area rivolta al sociale in
contrapposizione all’area rivolta all’individuale , possiamo chiamare la “sinistra”
quella collettivista in contrapposizione
a quella “destra” verticista , ma non si
puo’ di fatto negare tout court
l’esistenza nelle societa’ di
queste due fondamentali filosofie destinate inevitabilmente a contrapporsi .
Il M5S e’ costituito da
cittadini di varia estrazione e tendenza ed e’ possibile pensare che, pur
negando le ideologie, le idee possano non avere valenze anche contrapposte
? Il
“tutti a casa” quindi non puo’ prescindere alla previsione che
all’interno di un parlamento si creino necessariamente delle correnti di
pensiero destinate di volta in volta a diventare maggioranza ed opposizione .
Tutto lecito quindi a patto che cio’ rientri nel contesto della democrazia senza
sospenderne i principi .
Diego Fiore