Tweet Senza Prometeo: 2015

martedì 17 novembre 2015

L'islam e il problema della laicita' .


In queste ore tragiche e luttuose per la Francia, come sempre accade quando questi fatti riguardano i nostri vicini e alleati europei, tutti si prodigano in gesti di umana solidarietà e in parole di cordoglio e come sempre si leggono commenti che incitano all'odio verso gli islamici e altri che li difendono a prescindere, nelle solite schermaglie da stadio . Atteggiamenti dettati dall'emotivita' e dai pre-giudizi che ognuno di noi si porta appresso come bagaglio culturale . 
Mi limito ad osservare che e' giusto e sacrosanto piangere i morti dei nostri fratelli francesi, ma lo sarebbe anche piangere i morti, invece del tutto ignorati, che ogni giorno cadono sotto le bombe del governo di Kiev facendo strage di civili , donne e bambini nel Donbass, in questa stessa Europa e altrettanto sarebbe giusto non ignorare le vite dei civili che l'ISIS annienta nei territori occupati del medioriente , civili che sono poi oggetto di discriminazione quando si presentano alle frontiere europee chiedendo asilo, dopo aver perso ogni cosa, salvo la vita .

 Situazioni complesse che si tendono a risolvere con risposte semplicistiche da parte dei media e della opinione pubblica e in modo spesso manicheo e superficiale .
 Nel caso specifico dei recenti accadimenti sarebbe invece utile chiedersi quale impatto ha o puo' avere in futuro una presenza massiccia di mussulmani in un continente di tiepidi o altrettanti convinti credenti cristiani la cui storia e cultura e' stata divisa da quella islamica da oltre mille anni di sanguinose contrapposizioni sul modo stesso di intendere l'evoluzione della societa' e se riusciranno i nuovi venuti a concepire la laicita' e la divisione tra Stato e religione come noi la concepiamo, avendo presente che questo problema e' tanto dirimente quanto e' invece marginale nelle altre culture, dove la religione quasi mai coincide con la gestione del governo dei paesi e quasi mai la Legge coincide con quella di un testo sacro, per quanto lo possa essere agli occhi dei credenti.
Dare risposte a queste domande vuol dire avere una visione dell'Europa che verra' e che puo' fare la differenza tra un arricchimento culturale complessivo dei nostri popoli nel rispetto delle diversita' legittime e riconoscibili o un ritorno a contrapposizione laceranti e medioevali che rappresenterebbero solo un arretramento delle rispettive civilta' .

lunedì 26 ottobre 2015

Sintomi e psichiatria oggi


Umberto Galimberti.- Freud e i sintomi dell’isteria -
“ Qual è il criterio per stabilire se un disturbo psichiatrico è un’entità reale e riconoscibile e non una diagnosi arbitraria suscettibile di essere derubricata non appena cambi il clima culturale? Cosa significa, ad esempio, che l’isteria spopolava in Europa tra la fine Ottocento e il primo Novecento e oggi non troviamo un medico disposto a sottoscrivere questa diagnosi? È scomparsa una malattia, o è scomparsa semplicemente una definizione psichiatrica?
E qui viene in mente il caso di Emma Eckstein che un giorno si presenta nello studio che il dottor Freud aveva appena aperto a Vienna, dopo le sue sfortune accademiche, per esporgli un quadro di sofferenze che lo stesso Freud faticava a trattare. Dopo diversi incontri Freud decise di inviare la paziente al dottor Fliess, famoso otorinolaringoiatra di Berlino che teorizzava una stretta relazione tra il naso e i mali dell’organismo. Questa relazione Freud l’aveva già sperimentata su di sé a proposito di certi suoi spasmi cardiaci superati dopo un trattamento nasale. La poveretta fu sottoposta da Fliess a un’operazione al naso che la lasciò sfigurata, anche perché nella cavità nasale era stata dimenticata una benda. Ne seguì un’emorragia che portò la paziente a un passo dalla morte, ma Freud, amico di Fliess, difese a tal punto l’operato del collega da interpretare quell’emorragia come un sintomo isterico. La paziente, ripresasi, tornerà da Freud per curare la diagnosticata isteria e dopo alcuni anni diventerà essa stessa analista.”
UMBERTO GALIMBERTI (1942), “I miti del nostro tempo”, Feltrinelli, Milano 2009 (I ed.), ‘Miti individuali’, 9 ‘Il mito della follia’, 1. ‘Le vie errabonde della psichiatria’, p. 159
Un disturbo psichiatrico è l'etichetta che la società dà alla sofferenza del diverso che non trova una sua collocazione utile all'interno della società (o alla sofferenza che il diverso causa alla società). Quando cambia la società, cambia la definizione del disturbo, diventano disturbi atteggiamenti che prima erano perfettamente integrati e giustificati mentre altri cessano di essere disturbi. Il santo che digiunava diventa anoressico. L'omosessuale non è più un malato da curare, colui che rifiutato cerca comunque un dialogo non e' piu' colui che costruisce ponti  ma diventa uno stalker anche in caso di totale assenza di violenza e anche di fronte a muri di egoismo e indifferenza ingiustificabili che di fatto confondono la vittima con il carnefice .  Molto si potrebbe dire su questo tema .Qui mi pare importante sottolineare il peso che le mode culturali hanno avuto e hanno sulla medicina e ancor più sulla psichiatria. Il caso riportato da Galimberti è paradigmatico delle conseguenze nefaste che travisamenti del genere possono portare sulla salute e sulla vita dei singoli senza che spesso si arrivi mai a un chiarimento nè tanto meno al riconoscimento dell'errore. Per non parlare dell'importanza spropositata attribuita ai fattori dietetici con il proliferare di vere e proprie filosofie naturiste (vedasi alimentazione vegana e quant'altro).
 Dal psicologismo Freudiano si è passati oggi al neuroscientismo, se prima impazzava l'isteria, oggi l'ipocondria e i disturbi dell'alimentazione la fanno da padroni. Sempre si è alla ricerca di facili etichette da appiccicare con faciloneria e supeficialità alla sofferenza umana. E passare rapidamente al prossimo caso. Avanti un altro. Certamente rispetto al passato oggi abbiamo molte più conoscenze sul funzionamento del cervello che fanno apparire certe concezioni Freudiane un po' puerili e forse obsolete. Tuttavia, siamo molto lontani da una visione chiara e completa della psicologia umana. Freud almeno possedeva ( così sembra a noi) doti di intuito e intelligenza che gli permettevano di agire con efficacia anche al di là delle sue stesse teorie: oggi, mi pare che si brancoli spesso nel buio di un inutile meccanicismo in mano al una mediocrità dilagante in cui chiunque si improvvisa medico dell’anima. Proliferano psicologi che spesso hanno una scarsa umanita' e zero sensibilita'  verso i casi che gli si presentano, ma solo molto interesse a decifrare supposte patologie assimilandosi ad altre categorie che hanno sostituito le motivazioni solidaristiche e umanitarie con quelle dei facili guadagni dietro la facciata di professioni specialistiche.  Se a questo aggiungiamo che chi in particolare si rivolge ad uno psicologo compie piu' o meno consapevolmente un atto di fede verso il suo supposto guaritore, si evince come alla frode  si sommi un tradimento vero e proprio verso il paziente .

mercoledì 2 settembre 2015

La guerra inderogabile

Sì sta sottovalutando l'Isis eppure sono il pericolo più devastante che abbiamo alle porte tale da far impallidire perfino il nazismo e lo stalinismo, ma dopo tante guerre dissennate e strumentali , adesso l'occidente sta a guardare limitandosi a quasi inutili interventi aerei e sperando nelle qualita' guerriere di eserciti locali male armati e scarsamente addestrati,  quando invece nessuna guerra sarebbe più giustificabile di questa contro la personificazione del male assoluto che si cela dietro le mentite spoglie del fanatismo religioso e che provoca fughe di massa , invasione di migranti in occidente  e la distruzione di memoria storica e di ogni residua civiltà nei paesi che hanno occupato. 
 Viene da pensare che sia codardia di fronte ad un nemico spietato e questo ci renderebbe gia' di per se perdenti, oppure che sia interesse effimero di qualcuno stare alla finestra aspettando che lo stato islamico elimini del tutto la Siria di Assad, notoriamente alleato della Russia e che in questo caso sarebbe invece il nostro migliore alleato. Ma se il calcolo fosse questo sarebbe  suicida perchè lo scopo dell'Isis nella sua delirante retorica e' quello di ripristinare il grande califfato che in passato occupava anche parte dell'Europa e anzi il suo sogno e' quello di occupare perfino Roma, simbolo della cristianita'. 
Far finta che il grande esodo epocale degli immigrati che stiamo vivendo sia figlio di altre cause dimenticando la principale  e come voler mettere la testa sotto la sabbia. 
Le soluzioni proposte dalla Lega Nord del tipo " aiutiamoli a casa loro " sono tanto belle quanto demagogiche e volutamente ingenue considerando che il piu' dei paesi di provenienza sono sotto il controllo dello stato islamico o di feroci dittature con le quali e' ridicolo pensare di trattare alcunchè se non dopo averli annientati fisicamente, sarebbe stato come chiedere a Hitler di organizzare il controllo delle vie di fuga per gli ebrei in tempo guerra .  
Mettiamocelo bene in testa, dopo le fantasie su Bin Laden, oggi ci troviamo davvero a dover affrontare un nemico che ci sta dichiarando guerra nei fatti anche senza i comunicati ambasciatoriali che si usavano in passato .  Irak, Siria, libia , e domani Libano o Tunisia pronti poi per saltare in Europa, per portare terrorismo in casa nostra, dietro le nostre linee.  
Bisogna colpirli prima che questo avvenga, solo cosi si potranno poi controllare i flussi migratori e solo cosi si aiuterebbero le genti a casa loro facendo rientrare i profughi in territori bonificati e controllati da chi vuole la pace e il benessere per quei popoli .
 C'è da chiedersi quali interessi si celino dietro questo attendismo o è solo la notoria e cronica immobilita' dell'Europa che ingessa ogni decisione ? In attesa l'altra soluzione e' accogliere tutti sperando di non allevare una serpe in seno . 


venerdì 7 agosto 2015

GUFI CONTRO GAMBERI


Uno slogan ricorrente del governo italiano e’ la parola  “cambiamento “ coniugato nella sua applicazione  anche sotto il termine “riforme” . Chi non si adegua , chi propone altre strade, viene tacciato per immobilista o nel migliore dei casi per quello che vuole mettere i bastoni tra le ruote .
Ma che significato ha la parola cambiamento nella sua applicazione pratica se le riforme si rivelano in realta’ come restauratrici di schemi preesistenti a quella che noi consideriamo societa’ civile e solidale ? Se all’immobilismo si sostituisce una visione della societa’ che spesso e’ fotocopia di quella obsoleta che le generazioni del dopo guerra hanno faticosamente riformato allora il cambiamento diventa smantellamento dei diritti fondamentali di chi lavora come dipendente , al ritorno ad una visione energetica che privilegia le fonti inquinanti , dal petrolio agli inceneritori e ai fossili , una caparbia difesa dei privilegi delle caste ,  una cronica indifferenza verso il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico , vera ricchezza dell’Italia e avanti di questo passo .

“Cambiamento” significa tutto  e il contrario di tutto : smantellare lo stato sociale , le protezioni essenziali che una societa’ si e’ data per difendere i diritti dei piu’ deboli , dai lavoratori dipendenti ai malati , alla protezione verso l’ambiente in cui viviamo , e’ certamente un cambiamento, ma dobbiamo chiederci in quale direzione ?  Certamente non in quella del progresso civile della societa’ . 
Cambiare significa invece aumentare le garanzie e i diritti sociali , cambiare significa prendere atto della necessita’ di uno sviluppo sostenibile che punta sulla energia pulita, cambiare significa smantellare i privilegi di qualsivoglia “casta ” quella politica in primis , cambiare significa debellare senza compromessi qualsiasi forma di criminalita’ organizzata, cambiare significa ridistribuire le risorse riducendo drasticamente la forbice tra chi ha troppo e chi ha troppo poco , cambiare significa ridare al sud italiano le sue prerogative di eccellenza : il turismo e l’artigianato di qualita’ , cambiare significa rinunciare a grandi opere inutili e puntare su tante piccole opere di qualita’ sul territorio risanandolo dalle ormai ineluttabili e periodiche conseguenze di nubifragi determinati dai cambiamenti climatici ormai universalmente riconosciuti , cambiare significa operare una politica dei rifiuti che mirino al recupero delle materie prime e non al loro incenerimento o al loro interramento .
Cambiare insomma significa guardare con realismo al futuro senza abbandonare l’unico progresso prioritario, quello civile e sociale, che partendo dall’illuminismo dovrebbe essere la guida e la via maestra verso cui la societa’ umana deve tendere .
 In Italia e’quindi evidente che il cambiamento puo’ essere inteso in termini negativi come quello propagandato dall’attuale governo e che dovrebbe essere piu’ correttamente definito come “restaurazione” del passato, oppure  in termini positivi come quello propugnato dal Movimento 5 stelle  e da altre forze davvero progressiste in senso sociale e non puramente tecnologico e mercantile .  
Ma tutto cio’ e’ possibile se un governo ha veramente a cuore il benessere complessivo di un popolo e non alla mera spartizione del potere o peggio alla servile e interessata esecuzione di compiti dettati da poteri extranazionali che perseguono fini spesso occulti a vantaggio di organizzazioni tanto potenti quanto insidiose il cui unico scopo, al di la’ di ogni complottismo,  e’ perpetuare con fredda determinazione se stesse a danno dei popoli aprendo la via a scenari davvero preoccupanti e certamente c’è chi sa di cosa stiamo parlando. Non e’

infatti un caso se a queste riunioni blindatissime partecipano esponenti di varie categorie privilegiate,  non ultime quelle essenziali della comunicazione di massa , ma questa e’ un’altra storia . 

lunedì 27 aprile 2015

Immigrazione tra errori e strumentalizzazioni

Da mesi per non dire da anni non si placa una discussione accesa sul tema degli immigrati che vengono oggi piu' di ieri utilizzati a fini elettorali per accaparrarsi i voti dell'elettorato piu' debole culturalmente e meno capace di comprendere la complessita' di un fenomeno non risolvibile con degli slogan e tanto meno con proposte farraginose e fantasiose destinate a scontrarsi con la realta' . L'Italia si trova in un collo di bottiglia da cui e' difficile uscire stando all'interno di una realta' europea priva di una unita' politica e quindi incapace di decisioni che non siano quelle condizionate dagli Stati piu' forti politicamente ed economicamente .
Dall'altra parte del mediterraneo una situazione caotica impedisce qualsiasi soluzione realistica in grado di regolamentare i flussi migratori a meno di prendere in considerazione un'intervento militare, peraltro impossibile senza un'avvallo dell'ONU e delle altre nazioni , che caccerebbe di nuovo chi ci provasse in una sorta di Vietnam senza fine .
La situazione e' ulteriormente aggravata dalla situazione sociale per cui miglia di italiani disperati si vedono messi in competizione con altrettanti disperati provenienti da altri paesi .
 La sacrosanta richiesta di un reddito minimo e di un tetto rimasta inevasa verso gli strati piu' esposti della popolazione crea rabbia e risentimento verso quegli immigrati a cui viene almeno garantito un vitto e un alloggio di cui molti italiani non godono a causa della incapacita' dei governi di farsi seriamente carico di queste situazioni .
Cio' che sconcerta e' anche una regolamentazione molto discutibile che non consente neanche a quegli immigrati che alloggiano in Italia di svolgere un qualsivoglia lavoro spesso contro la loro stessa volonta' .
In molti Comuni ospitanti  la popolazione locale assiste a tanti giovani immigrati che vivono le loro giornate oziosamente in attesa di un permesso o di un riconoscimento che impiega mesi se non anni ad arrivare. Allora viene lecito chiedersi se invece non sarebbe di grande utilita' impiegare queste risorse in lavori socialmente utili  come forma di compensazione per il vitto e l'alloggio fornito dallo Stato presso gli stessi Comuni ospitanti . Questo avrebbe il doppio effetto di dare un senso alla permanenza degli immigrati rendendoli davvero pertecipi della comunita' e dando alla popolazione locale l'immagine positiva di persone che danno un aiuto concreto alla comunita' ospitante e rendendoli quindi meno ostici ai loro occhi . Come ? spazzando le strade e ripulendo i parchi cittadini per insegnare a chi non lo sapesse il rispetto verso la cosa pubblica , aiutando gli anziani e le persone in difficolta' , questo solo per fare degli esempi , cioe' creare una integrazione fatta non solo di parole ma di azioni concrete . Tutto questo sarebbe possibile se, solo in questi casi, si derogasse alle tante norme burocratiche che strangolano ogni iniziativa come spesso  succede nel nostro paese .
Spesso si sente dire che dovremmo aiutare questi potenziali immigrati e fuggitivi nei loro paesi . Premesso che l'Africa, per esempio, e' un continente ricchissimo di materie prime pregiate e quindi potrebbe vivere di quello che produce se solo non fosse stato da sempre sfruttato solo dalle potenze occidentali impoverendo invece le popolazioni, ogni aiuto sarebbe possibile solo se quelle stesse potenze decidessero di mettere in atto aiuti corposi e concreti , ma questa opzione e' evidentemente fallita da decenni e non sara' certo un Salvini a imporla . Poi esiste il problema delle guerre atroci che rendono impossibile ogni trattativa umanitaria e di sviluppo e chi fugge dalle guerre e come chi fugge da una casa che brucia , niente e nessuno potra' impedirgli di fuggire da una  morte certa anche in cambio di una morte forse possibile.
I flussi migratori  quindi non si fermano e si possono al massimo regolare se esistono le condizioni , attualmente inesistenti , per farlo .

lunedì 16 marzo 2015

La nuova Podemos italiana e' possibile

Vi e' un tema di discussione che potrebbe riguardare il futuro politico prossimo . 
Se riusciamo a parlarne prescindendo dalle ideologie o dalle simpatie personali, ma con spirito di dialogo potremmo considerare la presenza di Landini nel contesto movimentista come una novita' che dovrebbe invitare anche il movimento 5stelle a porsi come interlocutore . Landini afferma molte verita' gia' espresse bene da Di Battista del M5S e come lui parla della rappresentanza dei piu' deboli come una necessita' per contrastare i partiti . Ci sono sempre piu' voci che affrontano l'argomento della necessita' di contrastare un certo capitalismo che affama, voci apparentemente distanti, come il Papa , come lo stesso movimento 5 stelle , come Gino Strada , come Don Ciotti, come la Fiom di Landini appunto .
Non e' piu' questione di destra e di sinistra , vecchie categorie, ma di chi sta sotto e di chi sta sopra in una societa' . Se queste forze trovassero un punto di aggregazione contro i partiti e il governo Renzi potrebbero dare quella spallata che vorrebbe dire finalmente il vero cambiamento che tutti vogliamo al pari di Podemos in Spagna .
Personalmente credo che Landini sia persona sincera e si vede che quando parla ci mette passione e cuore e rabbia . La rabbia e' positiva perche' diventa una forza propulsiva che non conosce ostacoli ed è quello che manca agli italiani . 
Riuscire a cambiare il lessico predominante dove la sinistra e' sinonimo di comunismo e la destra sinonimo di fascismo  compirebbe un cambiamento epocale perche' semmai potrebbero prevalere concetti come chi ,all'interno di una societa' ,sta sotto e chi sta sopra e questo prescinde da ogni ideologia ,ma rientra in una dinamica storica che risale alle civilta' del passato dove esistevano gli schiavi e i nobili o le caste e dove gli schiavi ad un certo punto della storia aspiravano alla liberta' e alla uguaglianza dei diritti ben prima che esistessero concetti ideologici come fascismo e comunismo o destra e sinistra . 
Ogni volta nella storia nulla e' definitivo e tutto si deve riconquistare e se si delega  a chi "sta sopra" in qualunque forma piena liberta' questo a poco a poco si trasformera' in dittatura e in dispotismo . Bisogna scegliere allora da che parte stare o decidere da che parte si e' .