Tweet Senza Prometeo: GUFI CONTRO GAMBERI

venerdì 7 agosto 2015

GUFI CONTRO GAMBERI


Uno slogan ricorrente del governo italiano e’ la parola  “cambiamento “ coniugato nella sua applicazione  anche sotto il termine “riforme” . Chi non si adegua , chi propone altre strade, viene tacciato per immobilista o nel migliore dei casi per quello che vuole mettere i bastoni tra le ruote .
Ma che significato ha la parola cambiamento nella sua applicazione pratica se le riforme si rivelano in realta’ come restauratrici di schemi preesistenti a quella che noi consideriamo societa’ civile e solidale ? Se all’immobilismo si sostituisce una visione della societa’ che spesso e’ fotocopia di quella obsoleta che le generazioni del dopo guerra hanno faticosamente riformato allora il cambiamento diventa smantellamento dei diritti fondamentali di chi lavora come dipendente , al ritorno ad una visione energetica che privilegia le fonti inquinanti , dal petrolio agli inceneritori e ai fossili , una caparbia difesa dei privilegi delle caste ,  una cronica indifferenza verso il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico , vera ricchezza dell’Italia e avanti di questo passo .

“Cambiamento” significa tutto  e il contrario di tutto : smantellare lo stato sociale , le protezioni essenziali che una societa’ si e’ data per difendere i diritti dei piu’ deboli , dai lavoratori dipendenti ai malati , alla protezione verso l’ambiente in cui viviamo , e’ certamente un cambiamento, ma dobbiamo chiederci in quale direzione ?  Certamente non in quella del progresso civile della societa’ . 
Cambiare significa invece aumentare le garanzie e i diritti sociali , cambiare significa prendere atto della necessita’ di uno sviluppo sostenibile che punta sulla energia pulita, cambiare significa smantellare i privilegi di qualsivoglia “casta ” quella politica in primis , cambiare significa debellare senza compromessi qualsiasi forma di criminalita’ organizzata, cambiare significa ridistribuire le risorse riducendo drasticamente la forbice tra chi ha troppo e chi ha troppo poco , cambiare significa ridare al sud italiano le sue prerogative di eccellenza : il turismo e l’artigianato di qualita’ , cambiare significa rinunciare a grandi opere inutili e puntare su tante piccole opere di qualita’ sul territorio risanandolo dalle ormai ineluttabili e periodiche conseguenze di nubifragi determinati dai cambiamenti climatici ormai universalmente riconosciuti , cambiare significa operare una politica dei rifiuti che mirino al recupero delle materie prime e non al loro incenerimento o al loro interramento .
Cambiare insomma significa guardare con realismo al futuro senza abbandonare l’unico progresso prioritario, quello civile e sociale, che partendo dall’illuminismo dovrebbe essere la guida e la via maestra verso cui la societa’ umana deve tendere .
 In Italia e’quindi evidente che il cambiamento puo’ essere inteso in termini negativi come quello propagandato dall’attuale governo e che dovrebbe essere piu’ correttamente definito come “restaurazione” del passato, oppure  in termini positivi come quello propugnato dal Movimento 5 stelle  e da altre forze davvero progressiste in senso sociale e non puramente tecnologico e mercantile .  
Ma tutto cio’ e’ possibile se un governo ha veramente a cuore il benessere complessivo di un popolo e non alla mera spartizione del potere o peggio alla servile e interessata esecuzione di compiti dettati da poteri extranazionali che perseguono fini spesso occulti a vantaggio di organizzazioni tanto potenti quanto insidiose il cui unico scopo, al di la’ di ogni complottismo,  e’ perpetuare con fredda determinazione se stesse a danno dei popoli aprendo la via a scenari davvero preoccupanti e certamente c’è chi sa di cosa stiamo parlando. Non e’

infatti un caso se a queste riunioni blindatissime partecipano esponenti di varie categorie privilegiate,  non ultime quelle essenziali della comunicazione di massa , ma questa e’ un’altra storia . 

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