Uno slogan ricorrente del governo italiano e’ la
parola “cambiamento “ coniugato nella
sua applicazione anche sotto il termine
“riforme” . Chi non si adegua , chi propone altre strade, viene tacciato per
immobilista o nel migliore dei casi per quello che vuole mettere i bastoni tra
le ruote .
Ma che significato ha la parola cambiamento nella sua
applicazione pratica se le riforme si rivelano in realta’ come restauratrici di
schemi preesistenti a quella che noi consideriamo societa’ civile e solidale ?
Se all’immobilismo si sostituisce una visione della societa’ che spesso e’
fotocopia di quella obsoleta che le generazioni del dopo guerra hanno
faticosamente riformato allora il cambiamento diventa smantellamento dei
diritti fondamentali di chi lavora come dipendente , al ritorno ad una visione
energetica che privilegia le fonti inquinanti , dal petrolio agli inceneritori
e ai fossili , una caparbia difesa dei privilegi delle caste , una cronica indifferenza verso il patrimonio
culturale, ambientale e paesaggistico , vera ricchezza dell’Italia e avanti di
questo passo .
“Cambiamento” significa tutto e il contrario di tutto : smantellare lo
stato sociale , le protezioni essenziali che una societa’ si e’ data per
difendere i diritti dei piu’ deboli , dai lavoratori dipendenti ai malati , alla
protezione verso l’ambiente in cui viviamo , e’ certamente un cambiamento, ma
dobbiamo chiederci in quale direzione ?
Certamente non in quella del progresso civile della societa’ .
Cambiare significa invece aumentare le garanzie e i
diritti sociali , cambiare significa prendere atto della necessita’ di uno
sviluppo sostenibile che punta sulla energia pulita, cambiare significa
smantellare i privilegi di qualsivoglia “casta ” quella politica in primis ,
cambiare significa debellare senza compromessi qualsiasi forma di criminalita’
organizzata, cambiare significa ridistribuire le risorse riducendo
drasticamente la forbice tra chi ha troppo e chi ha troppo poco , cambiare
significa ridare al sud italiano le sue prerogative di eccellenza : il turismo
e l’artigianato di qualita’ , cambiare significa rinunciare a grandi opere
inutili e puntare su tante piccole opere di qualita’ sul territorio risanandolo
dalle ormai ineluttabili e periodiche conseguenze di nubifragi determinati dai
cambiamenti climatici ormai universalmente riconosciuti , cambiare significa
operare una politica dei rifiuti che mirino al recupero delle materie prime e
non al loro incenerimento o al loro interramento .
Cambiare insomma significa guardare con realismo al
futuro senza abbandonare l’unico progresso prioritario, quello civile e sociale,
che partendo dall’illuminismo dovrebbe essere la guida e la via maestra verso
cui la societa’ umana deve tendere .
In Italia e’quindi
evidente che il cambiamento puo’ essere inteso in termini negativi come quello
propagandato dall’attuale governo e che dovrebbe essere piu’ correttamente
definito come “restaurazione” del passato, oppure in termini positivi come quello propugnato
dal Movimento 5 stelle e da altre forze
davvero progressiste in senso sociale e non puramente tecnologico e mercantile
.
Ma tutto cio’ e’ possibile se un governo ha veramente
a cuore il benessere complessivo di un popolo e non alla mera spartizione del
potere o peggio alla servile e interessata esecuzione di compiti dettati da poteri
extranazionali che perseguono fini spesso occulti a vantaggio di organizzazioni
tanto potenti quanto insidiose il cui unico scopo, al di la’ di ogni
complottismo, e’ perpetuare con fredda
determinazione se stesse a danno dei popoli aprendo la via a scenari davvero
preoccupanti e certamente c’è chi sa di cosa stiamo parlando. Non e’
infatti un caso se a queste riunioni blindatissime
partecipano esponenti di varie categorie privilegiate, non ultime quelle essenziali della
comunicazione di massa , ma questa e’ un’altra storia .
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