Tweet Senza Prometeo: Mercati e prospettive

mercoledì 20 giugno 2012

Mercati e prospettive


In ogni trasmissione televisiva e su tutti i giornali ricorre ormai la parola mercati . Siamo vittime , oggetti e soggetti ai mercati . Un’entita’ apparentemente astratta  senza testa e senza volto con una grande pancia e una bocca voracissima capace di ingoiare interi paesi .
Ci possiamo immaginare i mercati , quelli finanziari , come grandi squali sempre in movimento con al seguito una sciame  di  pesci piccoli pronti a seguirne le mosse . Gli squali  della finanza sentono l’odore del denaro e delle occasioni di guadagno come quelli veri sentono l’odore del sangue ed essendo puro istinto senza etica non sono autorizzati a rispettare le prede . Sono i grandi investitori , le banche d'affari , seguiti da una miriade di investitori piu' piccoli .
 Le balene , ovvero le nazioni,  sembrano incapaci di ogni  iniziativa  , ma anzi spesso assistono e a loro modo collaborano .  Le balene sono convinte che non vi sia un altro mare se non quello in cui vivono da molti anni , da quando la filosofia capitalista nelle sue varie forme ha creato quel mare in cui nuotano .
 Eppure il mondo per oltre un secolo era stato diviso in due mari ben distinti dove due filosofie economiche antagoniste si disputavano i destini  dei popoli . Il fatto che una delle due abbia prevalso se non ha dimostrato che quella vincente fosse la migliore , tuttavia dimostra che , come ogni costruzione umana , anche l’economia e le leggi di mercato possono essere cambiate dalla volonta’ politica resa forte da altre filosofie capaci di concepire alternative nel modo di amministrare la ricerca di felicita’ che sta’ alla base del miraggio di ogni essere umano .
Quello che sembra un’ineluttabile  evento  evolutivo chiamato “mercato” ed economia finanziaria  in realta’ e’ soggetto alla volonta’ dell’uomo cioe’ alla volonta’ dei popoli di accettarla o rifiutarla  al pari di ogni altro prodotto umano . 
Per uscire dalla  paralisi che  sembra  afferrare i governi e quelli europei in particolare di fronte alla crisi bisogna uscire dai pregiudizi ideologici del passato e analizzare le alternative possibili a questo modello di sviluppo chiaramente fallimentare e suicida che sembra  ipnotizzare i popoli  rendendoli ciechi e sordi di fronte agli eventi .  Uscire  dalla logica del progresso senza limiti , della crescita senza limiti,  del PIL  senza limiti e riscoprire che i limiti esistono e vanno gestiti e vanno programmati e che dagli squali ci si puo’ e ci si deve difendere , vuol dire anche ripensare alle alternative del passato sapendone cogliere gli aspetti utili  e positivi .
I grandi filosofi della Grecia antica  ci avevano insegnato che si puo’ guardare in faccia alla morte non per diventarne vittime o per negarne l’esistenza come facciamo noi , ma per dare al vivere un senso compiuto e per dare al senso del limite e della misura un ruolo nella storia  del divenire umano .
Un’altra economia e un’altra visione della felicita’ e’ stata ed e’ ancora possibile se solo apriamo gli occhi  rinunciando  alla corsa verso la distruzione che tanto sembra affascinarci .
 La stessa nozione di democrazia e di liberta’ puo’ essere definita non piu’ come liberta’ di accumulare ricchezze e beni di consumo , ma liberta’ di vivere   secondo i limiti imposti dalle necessita’ piu’ essenziali dando rilievo alla istruzione, alla salute, alle risorse alimentari e ambientali , alla socialita’ e alla cooperazione prendendo dalle tanto esecrate societa’ cosiddette  comuniste o comunitarie spunti di saggezza e di lungimiranza .
La crescita puo’ diventare orizzontale cioe’ le risorse di cui ancora la terra dispone possono essere ragionevolmente ridistribuite anziche’ accumulate nelle mani di una minoranza sempre piu’ avida , le speculazioni possono essere bandite come lo fu la peste nel passato, il necessario puo’ sostituire il superfluo , ma occorre  un reset  globale , una ristrutturazione delle logiche mentali che ci hanno accompagnato fino ad oggi  e occorre farlo presto perche’ la terra non ci aspetta e se non agiremo noi lo fara lei in un modo talmente traumatico e brutale da far impallidire la piu’ cupa delle recessioni .
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