In ogni trasmissione televisiva e su tutti i giornali
ricorre ormai la parola mercati . Siamo vittime , oggetti e soggetti ai mercati
. Un’entita’ apparentemente astratta
senza testa e senza volto con una grande pancia e una bocca voracissima
capace di ingoiare interi paesi .
Ci possiamo immaginare i mercati , quelli finanziari , come
grandi squali sempre in movimento con al seguito una sciame di
pesci piccoli pronti a seguirne le mosse . Gli squali della finanza sentono l’odore del denaro e
delle occasioni di guadagno come quelli veri sentono l’odore del sangue ed
essendo puro istinto senza etica non sono autorizzati a rispettare le prede . Sono i grandi investitori , le banche d'affari , seguiti da una miriade di investitori piu' piccoli .
Le balene , ovvero le
nazioni, sembrano incapaci di ogni iniziativa
, ma anzi spesso assistono e a loro modo collaborano . Le balene sono convinte che non vi sia un
altro mare se non quello in cui vivono da molti anni , da quando la filosofia
capitalista nelle sue varie forme ha creato quel mare in cui nuotano .
Eppure il mondo per
oltre un secolo era stato diviso in due mari ben distinti dove due filosofie
economiche antagoniste si disputavano i destini dei popoli . Il fatto che una delle due abbia
prevalso se non ha dimostrato che quella vincente fosse la migliore , tuttavia dimostra che , come ogni costruzione umana , anche l’economia
e le leggi di mercato possono essere cambiate dalla volonta’ politica resa
forte da altre filosofie capaci di concepire alternative nel modo di
amministrare la ricerca di felicita’ che sta’ alla base del miraggio di ogni
essere umano .
Quello che sembra un’ineluttabile evento
evolutivo chiamato “mercato” ed economia finanziaria in realta’ e’ soggetto alla volonta’ dell’uomo
cioe’ alla volonta’ dei popoli di accettarla o rifiutarla al pari di ogni altro prodotto umano .
Per uscire dalla
paralisi che sembra afferrare i governi e quelli europei in
particolare di fronte alla crisi bisogna uscire dai pregiudizi ideologici del
passato e analizzare le alternative possibili a questo modello di sviluppo
chiaramente fallimentare e suicida che sembra
ipnotizzare i popoli rendendoli
ciechi e sordi di fronte agli eventi .
Uscire dalla logica del progresso
senza limiti , della crescita senza limiti,
del PIL senza limiti e riscoprire
che i limiti esistono e vanno gestiti e vanno programmati e che dagli squali ci
si puo’ e ci si deve difendere , vuol dire anche ripensare alle alternative del
passato sapendone cogliere gli aspetti utili e positivi .
I grandi filosofi della Grecia antica ci avevano insegnato che si puo’ guardare in
faccia alla morte non per diventarne vittime o per negarne l’esistenza come
facciamo noi , ma per dare al vivere un senso compiuto e per dare al senso del
limite e della misura un ruolo nella storia
del divenire umano .
Un’altra economia e un’altra visione della felicita’ e’
stata ed e’ ancora possibile se solo apriamo gli occhi rinunciando
alla corsa verso la distruzione che tanto sembra affascinarci .
La stessa nozione di
democrazia e di liberta’ puo’ essere definita non piu’ come liberta’ di
accumulare ricchezze e beni di consumo , ma liberta’ di vivere secondo i limiti imposti dalle necessita’
piu’ essenziali dando rilievo alla istruzione, alla salute, alle risorse
alimentari e ambientali , alla socialita’ e alla cooperazione prendendo dalle
tanto esecrate societa’ cosiddette
comuniste o comunitarie spunti di saggezza e di lungimiranza .
La crescita puo’ diventare orizzontale cioe’ le risorse di
cui ancora la terra dispone possono essere ragionevolmente ridistribuite
anziche’ accumulate nelle mani di una minoranza sempre piu’ avida , le
speculazioni possono essere bandite come lo fu la peste nel passato, il
necessario puo’ sostituire il superfluo , ma occorre un reset
globale , una ristrutturazione delle logiche mentali che ci hanno
accompagnato fino ad oggi e occorre
farlo presto perche’ la terra non ci aspetta e se non agiremo noi lo fara lei
in un modo talmente traumatico e brutale da far impallidire la piu’ cupa delle
recessioni .
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