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domenica 10 giugno 2012

Ma quale crescita !

Se qualcuno dicesse che bisogna far stare uno stadio in una stanza, un'altro potrebbe ironizzare dicendo che si puo' far stare un'elefante in una cinquecento : una palese idiozia o al massimo una battuta .
Eppure tutti siamo serissimi quando eminenti professori o economisti parlano che bisogna continuare a promuovere la crescita in un pianeta confinato dallo spazio dell'universo , uno spazio che solo alcune navicelle spaziali e diversi satelliti hanno varcato alla ricerca di possibili quanto lontani segnali di vita elementare .
Posto che siamo ben lontani dalla ipotesi di colonizzare altri pianeti dove allo stato delle attuali conoscenze la vita di tipo terrestre non e' nemmeno lontanamente pensabile, rimane il fatto che ci rimangono pochi lustri per risolvere i gravi probblemi che la terra sta'  vivendo a causa della presenza esorbitante dell'uomo .
 Non a caso questa era e' definita dagli studiosi " antropocene " cioe' era dell'uomo sapiens . Sul "sapiens" dovremmo cominciare a nutrire dei dubbi vista la vocazione al suicidio che anima questa umanita' nella sua cieca corsa verso un'espansione delirante .
Sono stati necessari milioni di anni perche' l'uomo evolvesse allo stadio che oggi conosciamo e in meno di 2 secoli siamo riusciti a dilapidare larga parte di tutte le risorse che la natura ha creato in intere ere geologiche.  Non solo i potenti della terra , ma anche la gente comune e' sempre stata sorda e assente rispetto ai numerosi appelli che dagli anni sessanta si sono susseguiti per metterci in allerta rispetto al progressivo incremento demografico che oggi ha raggiunto l'astronomica cifra di 7 miliardi di individui in pochissini decenni e al conseguente consumo di materie prime non rinnovabili come il petrolio e i minerali estratti dalle miniere e di cui non potremmo piu' approvigionarci una volta esaurite .
Gia' nel 1972 con un libro che fu una pietra miliare nella denuncia dei limiti imposti dalla rivoluzione industriale che si intitolava appunto " I limiti della crescita" si annunciavano le conseguenze di una crescita progressiva e continua in una realta', quella del pianeta in cui viviamo,  che essendo per sua natura limitato non avrebbe potuto sopportare tali incrementi senza arrivare al collasso .
 A questo libro altri ne seguirono supportati da studi di eminenti studiosi se non dalla logica elementare che qualsiasi persona di buon senso puo' da se ben immaginare . Eppure si continua a credere o voler far credere che l'elefante possa stare in un bicchiere , magari senza romperlo e questo senza nemmeno proporsi come il mago  David Copperfield . 
Questa cecita' , da qualcuno voluta, da molti vissuta per un inconscio rifiuto di misurarsi con la realta' , ha messo sempre piu' a rischio l'umanita' impedendo di fatto di mettere in atto le misure di salvataggio che potevano rallentare la caduta verticale verso la quale l'homo ex sapiens  sta' quasi allegramente avvicinandosi .
 Anziche' prendere misure per una decrescita sopportabile si continua semplicemente a tacciare di catastrofismo chi parla di questi eventi accusando il dito che indica la luna anzichè guardare in faccia la realta' , al limite si discute sul quando ci troveremo , ad esempio, senza petrolio come se 30 anni di  piu' o 30 anni di meno su un elemento che e' stato immagazzinato nelle viscere della terra in milioni di anni facesse la differenza .
Abbiamo ancora religioni che esaltano la crescita demografica come se vivessimo nel 1700 quando in  tutta l'Europa vivevano si e no 120 milioni di abitanti ( ora solo l'Italia ne conta oltre 60 milioni ) , mentre dovremmo batterci per una progressiva riduzione delle nascite a livello mondiale,  che sono la causa principale di tragiche emigrazioni e di un esasperato bisogno di risorse alimentari e non . Siamo diventati le cavallette della Terra e tutti sanno che fine fanno le cavallette .
 Cio' sta' gia' provocando fenomeni di accaparramento a cui non sono estrenee le guerre finanziarie che speculano sulla poverta' e creano divaricazioni sempre piu' grandi tra ricchi sempre piu' ricchi e apparentemente piu' al sicuro e poveri sempre piu' poveri da sacrificare alle grandi crisi ambientali e alimentari che verranno .
Eppure al vertice dei nostri pensieri e di quelli dei nostri amministratori vi e' ancora il PIL , la crescita, l'economia e non la salvaguardia dell'ambiente in cui viviamo e contestualmente la salvaguardia delle generazioni presenti e prossime .

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